Descritti per la prima volta alla fine dell’800, inizi del ‘900, rappresentano una tipologia di sofferenza psicologica tuttora in evoluzione, tipica dei Paesi industrializzati e delle classi sociali medio-alte (nei Paesi poveri è il sovrappeso ad essere considerato desiderabile). Oggi difficilmente ci si trova di fronte a forme ‘pure’ di anoressia o bulimia, al contrario queste spesso si alternano nel corso del tempo.
I disturbi alimentari costituiscono delle sindromi molto gravi che possono condurre a gravi complicanze mediche e psicologiche, anche alla morte.
Per questo motivo, l’intervento psicologico deve sempre essere integrato con quello nutrizionale e medico.
Anoressia nervosa: consiste nel rifiuto del cibo e di mantenere il proprio peso corporeo nella norma a causa dell’eccessiva paura di ingrassare o della convinzione di essere sovrappeso, anche quando si è marcatamente sottopeso. La magrezza viene perseguita attraverso digiuni, diete radicali e attività fisica compulsiva, che possono o meno alternarsi ad abbuffate e/o vomito autoindotto, uso di lassativi e diuretici (condotte di eliminazione). Colpisce prevalentemente le donne, soprattutto in età adolescenziale, ma negli ultimi anni interessa anche bambine di età sempre inferiore.
Spesso prima di ammalarsi le persone hanno seguito una o più diete, magari senza controllo medico. Dopo aver sperimentato un senso di benessere che le ripaga dello stress di astenersi dal cibo, con il tempo il pensiero del mangiare e la paura di perdere il controllo diventano sempre più ossessionanti e si finisce per pensare che se si mangia normalmente, poi si sarà incapaci di smettere e si ingrasserà.
La forma e la magrezza del corpo costituiscono gli unici o prevalenti fattori su cui si fonda l’autostima. In realtà, nonostante i dimagrimenti, queste persone non arrivano mai a sentire il proprio corpo come piacevole e adeguato, al contrario il disturbo alimentare stesso, inducendo o aggravando una serie aspetti disfunzionali (diminuzione della concentrazione, capacità di ragionamento e memoria, aumento dell’ansia, depressione, isolamento sociale, disturbi del sonno e irritabilità) peggiora il senso di inadeguatezza e l’autostima.
Se la perdita di peso è superiore al 25% o provoca complicazioni mediche, si rende necessario il ricovero ospedaliero.
Bulimia: si manifesta con abbuffate caratterizzate da una sensazione di perdita di controllo (sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non controllare cosa e quanto si mangia) e comportamenti tesi a contrastare l’aumento di peso, come il vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici, esercizio fisico eccessivo (condotte di eliminazione). Si viene a creare un circolo vizioso per cui più ci si preoccupa del peso e ci si trattiene dal cibo, più si finisce per incorrere nelle abbuffate e nelle condotte di eliminazione. Il peso può oscillare ma spesso si mantiene relativamente stabile.
Condivide con l’anoressia il senso di inadeguatezza legato al proprio corpo con la conseguente ossessione per il cibo e la magrezza. Vi è un forte senso di vergogna collegato alle abbuffate, generalmente consumate in solitudine e accompagnate da un senso di vuoto, stress o noia. Il disordine alimentare, poi, peggiora la concentrazione, l’irritabilità, l’umore, l’ansia, l’isolamento sociale e la sensazione di inadeguatezza, mentre il vomito e l’abuso di lassativi e diuretici a lungo andare determinano gravi squilibri fisici con danni a livello cerebrale.
Nei disturbi alimentari un intervento precoce è quindi preziosissimo.
La psicoterapia consente di migliorare lo stato psicologico e l’autostima e di evitare o ridurre queste gravi conseguenze e circoli viziosi, che se protratti nel tempo, tendono invece a cronicizzarsi.
Altre forme di disturbo alimentari emergenti sono il Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge-eating disorder) e la Sindrome da alimentazione notturna, che condividono con l’anoressia e la bulimia una serie di dinamiche psicologiche sulle quali si può utilmente intervenire da un punto di vista psicoterapeutico.
Negli uomini recentemente si stanno diffondendo disturbi alimentari legati al timore ossessivo di non avere un fisico abbastanza tonico e scolpito (Bigoressia, detta anche Vigoressia o Anoressia riversa) e che si manifestano attraverso l’uso di sostanze pericolose tipo steroidi, sessioni infinite di ginnastica e alimentazione inadeguata (ad es. consumo eccessivo di carne).